"La tela raffigura Maria Felicita Vittoria di Savoia (Torino, 1730-Roma, 1801), quarta figlia nata dal matrimonio tra Carlo Emanuele III e Polissenna d’Assia Rheinfels-Rotenburg, vide la luce a Torino il 20 marzo 1730. Non destinata alle nozze, trascorse tutta la vita all’interno della corte torinese, seguendola in esilio nel 1798, prima in Sardegna e poi a Roma, dove morì. Di forti sentimenti religiosi, consigliata da padre Giovanni Battista Canaveri, fondò, con Regia Patente datata 27 ottobre 1786, sulla collina del capoluogo piemontese, un convitto per “Vedove e Nubili”, di estrazione nobiliare o del ceto medio non più economicamente autosufficienti. Il complesso, a tutt’oggi esistente come casa di riposo dedicata a Maria Felicita, fu progettato dall’architetto Ignazio Galetti e ben riflette aggiornati caratteri estetici e funzionali neoclassici. Presso l’istituto si conserva una interessante quadreria dinastica che comprende il suo ritratto a figura intera in abito di corte nel quale mostra il progetto per la costruzione della fabbrica. Maria Felicita è qui rappresentata secondo caratteri tipici della ritrattistica ufficiale di seconda metà di Settecento. Seduta su una sedia, con l’elaborato gioco delle mani, sottolinea due specifici elementi: il bracciale con quadruplo giro di perle al centro del quale si trova una miniatura o cammeo con ritratto sabaudo, esibita anche dal posizionamento del polso sinistro, appoggiato al bordo di un tavolino, e il vaso di fiori qui collocato, contenente narcisi e altre specie floreali, forse allusive alla sua condizione di principessa nubile. Il volto maturo, solcato da alcune pieghe in prossimità della bocca, ma soprattutto gli elementi aggiornati della moda, l’alta parrucca dai toni di grigio, l’abito da corte in tinta unita celeste, con le maniche ancora ornate da pizzi e fiocchi, come lo scollo, parzialmente coperto da un fisciù trasparente, nonché la foggia dello schienale della seggiola, che tradisce stilemi classicisti secondo i modelli elaborati da Giuseppe Maria Bonzanigo, permettono di collocare l’opera tra la metà dell’ottavo e la metà del nono decennio del Settecento. Sul retro un’iscrizione a matita ne precisa l’esecuzione nell’anno 1781 e indica trattarsi di una replica eseguita dal pittore di corte, specializzato in ritratti, Giovanni Panealbo. Il dipinto trova termini di paragone con una tela di impostazione del tutto simile, conservata in Palazzo Reale a Torino, nell’appartamento della Regina, poi detto di “Madama Felicita”, dove si trovano anche altre tele rappresentanti membri della famiglia reale di datazione simile e di analogo formato ovale, riferite allo stesso artista. Una versione con taglio al di sotto della spalla, derivato possibilmente dal quadro in esame, si conserva, parimenti, nel castello di Racconigi" [1]
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